Il tema dell’accatastamento delle cave e dell’attribuzione della relativa rendita, è uno dei punti principali sui quali Albo Cavatori si è speso da subito al fine di contrastare l’azione delle Agenzie del Territorio, volte ad assoggettare le cave all’imposizione dell’IMU sui fabbricati.
In occasione del convegno di Albo Cavatori del 2015 “CAVE E IMU – ASPETTI CATASTALI E TRIBUTARI” si è cercato di far luce sulle problematiche amministrative, catastali, giuridiche e tributarie in tema di accatastamento delle aree adibite a cava per cercare di dare una risposta alle seguenti domande:
Ai nostri associati, interessati dalle azioni delle Agenzie, abbiamo fornito assistenza e consulenza al fine di evitare l’accatastamento delle aree estrattive come fabbricati e la conseguente imposizione dell’IMU.
Con soddisfazione abbiamo preso atto che la Commissione Tributaria Provinciale di Vicenza, con sentenza del maggio 2016 depositata a novembre, ha accolto il ricorso di un nostro Associato, confermando che:
Sulla base di ciò la Commissione ha stabilito che l’area di cava deve essere censita al catasto terreni ma sprovvista di rendita. Al termine della coltivazione si dovrà procedere alla variazione catastale sulla base delle colture, con l’attribuzione della rendita.