Istituzione di contributo ambientale per lo smaltimento di rifiuti

Con le recentissime Delibere della Giunta Regionale nn. 452 e 578 del 2013 (pubblicate nel BUR n. 42 del 17 maggio 2013), la Regione Veneto ha reso per la prima volta operativo anche per i gestori di impianti di smaltimento di rifiuti speciali (comprese le discariche di inerti ed escluse le sole operazioni D15) e di impianti di recupero energetico (R1) di rifiuti l’obbligo di pagare un contributo ambientale, obbligo che prima era stato fissato solo a carico delle discariche di rifiuti urbani.
Questo contributo (previsto dall’art. 37 della LR Veneto 3/2000, così come modificata nel 2012) andrà pagato al Comune sede dell’impianto, ai Comuni confinanti ed alla stessa Regione e ha la finalità di “compensare economicamente” il “disagio” dovuto dalla presenza dei suddetti impianti.

Anche in considerazione del fatto che gli importi sono obiettivamente elevati (da 5,50 per i rifiuti speciali a 13,33 €/t per le operazioni di smaltimento D1-D14 e da 2,00 a 8,00 €/t per l’operazione R1, sommando i contributi dovuti al Comune sede dell’impianto e alla Regione) e che analogo contributo non è previsto a carico dei gestori di impianti aventi le medesime caratteristiche localizzati in altre Regioni, è evidente che le citate Delibere appaiono idonee a determinare un impatto economico negativo sulle imprese che effettuano il trattamento di rifiuti nella Regione Veneto, che si troveranno così ad essere svantaggiate rispetto ai propri concorrenti. L’impatto economico negativo graverà di conseguenza anche sulle ditte produttrici dei rifiuti che si vedranno sicuramente aumentare i costi di smaltimento.

Invitiamo quindi le Ditte che sono direttamente o indirettamente interessate dall’impatto di questo nuovo tributo (ad es. i produttori di rifiuti di lavorazione di pietre e marmi e gli eventuali titolari di impianti di smaltimento), a contattarci per poter valutare azioni sia politiche sia, eventualmente, legali.